Categories
Ghana

Quando gli Spiriti della Foresta Diventarono Parte del Progetto

Oggi voglio raccontarvi una storia davvero particolare, un episodio che ha fatto riflettere me e tutta la mia squadra sull’importanza delle credenze locali e sull’influenza che possono avere anche nei contesti più razionali, come quello della topografia.

Era il 2019, e i lavori per la costruzione di una ferrovia stavano avanzando nella Regione Occidentale del Ghana, a circa 15 km da Takoradi, nei pressi del villaggio di Anoe. Una zona apparentemente tranquilla, con foreste e campi, ma che nascondeva un segreto: un vecchio cimitero ai margini della foresta, ormai poco distinguibile a un occhio inesperto. Per proseguire con i lavori, fu necessario spostare alcune tombe. E fu proprio allora che le cose iniziarono a complicarsi.

Problemi Misteriosi e Paure Latenti

Dopo lo spostamento delle tombe, i problemi tecnici cominciarono a emergere. I capisaldi, che fino a quel momento erano stati stabili e affidabili, sembravano spostarsi inspiegabilmente. Gli allineamenti non tornavano, e i dati rilevati dai miei topografi non quadravano. Ben presto si diffuse tra la squadra una voce inquietante: gli spiriti dei defunti, disturbati dallo spostamento delle tombe senza i necessari rituali, si stavano vendicando.

La tensione era palpabile. Dopo un paio di giorni, il mio capo topografo, visibilmente scosso, mi confidò che non riusciva a trovare una spiegazione razionale ai problemi. Era frustrato, quasi sul punto di abbandonare il lavoro. Quando gli chiesi come pensava di risolvere la situazione, mi rispose con totale serietà: “Dobbiamo chiamare lo stregone locale e svolgere i rituali necessari”.

Una Richiesta Inusuale e il Budget per il Rituale

La proposta, per quanto inusuale, mi fece capire quanto fosse radicata la credenza tra la squadra. Non potevo ignorarla. Con un po’ di esitazione, chiesi ai miei superiori un budget per acquistare ciò che serviva per il rituale. La lista comprendeva:

  • Una gallina,
  • Una capretta nera,
  • Una capretta bianca,
  • Due bottiglie di Sprite,
  • Due bottiglie di un superalcolico locale,
  • E ovviamente, il compenso per lo stregone.

Con mia sorpresa, i miei superiori compresero l’importanza della situazione e approvarono la spesa.

Il Rituale nella Foresta

Il rituale si svolse in una piccola radura all’interno della foresta, poco distante dal nostro cantiere. Eravamo un piccolo corteo: io, alcuni anziani del villaggio, lo stregone, e una parte della mia squadra (non tutti avevano il coraggio di partecipare).

Lo stregone, già visibilmente allegro per via degli alcolici, iniziò costruendo un piccolo altarino con foglie e rami. Poi cominciò a recitare formule incomprensibili, versando Sprite e alcol sull’altare – il resto veniva consumato dagli anziani, che iniziarono a cantare in coro. Il momento culminante fu il sacrificio della gallina. Dopo un taglio netto al collo, l’animale fu lasciato libero di muoversi finché, dissanguato, si accasciò con le zampe rivolte verso il cielo. Questo fu interpretato come un segno favorevole: gli spiriti avevano accettato il sacrificio.

Subito dopo fu il turno delle caprette, ma ormai la tensione si era dissolta. Gli anziani, ormai alticci, cantarono ancora, pronti a banchettare con gli animali appena sacrificati. Il mio capo topografo, che all’inizio era visibilmente provato, si rilassò completamente.

Il Mistero si Risolve

Da quel giorno, come per magia, i problemi tecnici scomparvero. I capisaldi tornarono stabili, gli allineamenti corretti, e il lavoro riprese senza intoppi.

Questo episodio mi ha insegnato una lezione importante: a volte, ciò che conta non è tanto se qualcosa sia reale o razionale, ma il valore che le persone attribuiscono alle loro credenze. È come se, in quel momento, il potere della fede avesse plasmato la realtà. Che si tratti di spiriti o di psicologia collettiva, quel rituale fu una svolta decisiva per il progetto e per la serenità della mia squadra.

Un’esperienza che non dimenticherò mai.

Categories
Ghana

Quando il colonnello minaccia: ‘Vi farò a pezzi!’ – Italia e Ghana a confronto sulla sicurezza pubblica

Riprendo il post precedente per continuare ad analizzare le differenze che vivo tra il mio paese di origine e quello in cui risiedo attualmente. Negli ultimi giorni, in Italia, sento spesso parlare di scontri tra manifestanti e forze dell’ordine, con il nostro Primo Ministro che, a mio avviso giustamente, ha espresso solidarietà alle forze dell’ordine, vittime di presunte aggressioni violente.

Ieri sera, guardando il telegiornale, mi sono imbattuto in un episodio che mi ha colpito particolarmente: la conferenza stampa del colonnello Lt. Col. Jacob Codjoe, responsabile del mantenimento dell’ordine durante le prossime elezioni nella Eastern Region. Durante il suo intervento, il colonnello ha esordito con una dichiarazione che non lascia spazio a fraintendimenti: “I’ll beat the hell out of you”, traducibile letteralmente con “Vi farò a pezzi” o, in modo più colorito, “Vi prenderò a calci in culo”, rivolgendosi a chiunque avesse intenzione di disturbare il regolare svolgimento delle votazioni.

Questo contrasto tra toni, atteggiamenti e modalità di gestione dell’ordine pubblico mi porta a riflettere su come il contesto culturale e istituzionale influenzi profondamente il modo di comunicare e di affrontare situazioni di potenziale conflitto.

Categories
Ghana

“Economia 24/7: quando il lavoro senza sosta diventa una proposta elettorale”

Il Ghana, il paese in cui vivo, si prepara alle elezioni per il nuovo presidente della Repubblica. Tra i vari programmi elettorali presentati dai candidati, alcuni dei quali decisamente stravaganti, uno in particolare ha catturato la mia attenzione: quello di John Mahama, leader del partito NDC e uno dei principali favoriti alla vittoria. Un pilastro del suo programma è l’idea dell’“Economia 24/7”, che prevede di consentire a quasi tutti i settori, pubblici e privati, di operare 24 ore al giorno, 7 giorni su 7 (cito testualmente: “possibilmente con turni di 8 ore”).

Tralasciando per un momento l’evidente impraticabilità di gran parte delle proposte contenute nel programma, immaginatevi un politico europeo che lanciasse un’iniziativa simile. Sarebbe impensabile! Dirlo a elettori italiani, ad esempio, equivarrebbe a una dichiarazione di guerra: “Se vinco io, lavorerete di più!”. Una proposta del genere suonerebbe come pura follia. Questo confronto mette in luce le profonde differenze culturali e di sviluppo tra Paesi in fasi molto diverse della loro crescita

https://johnmahama.org/files/shares/FAQs-on-Mahamas-24-hour-strategy.pdf